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Gli otto
grandi e il sud del mondo
di
Ugo Biggeri
Da circa 25 anni si svolgono degli incontri informali tra i governi dei paesi maggiormente industrializzati. Questi incontri si sono auto
nominati gli incontri dei “grandi” della terra. Come mai grandi?
Non per dimensioni, non per popolazione, non per cultura, ma soprattutto per denaro, per la loro potenza economica.
In effetti i primi 6, tra cui l’Italia, hanno i prodotti interni
lordi (PIL) più elevati poi c’è il Canada, che avrebbe un PIL
decisamente più basso di due staterelli come Cina e Brasile, e quindi c’è la Federazione Russa che si troverebbe in coda anche alla
Spagna, l’India, il Messico, l’Olanda, la Corea, l’Argentina, avendo un PIL pari a quello della Svizzera…
Dunque il G8 è un club di governi democratici ricchi e/o potenti che si trova “legittimamente” di tanto in tanto per scambiarsi
delleidee.
Non è un mistero però (anzi si fa un gran tam tam su questo) che questo club non discute di questioni interne, come tasse, scambi
commerciali, accordi vari, ma si vuole occupare e si occupa di questioni mondiali. Con quale legittimità democratica? Ha un mandato
dell’ONU? Non risulta. Sono stati chiamati in causa dai governi del
sud del mondo? No. Sono i cittadini dei G8 che hanno chiesto quest’iniziativa perché preoccupati delle sorti del pianeta?
Neanche.
Allora? Chi sono e perché si preoccupano del mondo i G8?
I dati qui sotto (riferiti al 1998) si possono ricavare con qualche conto dai rapporti dell’UNDP
(www.undp.org/popin) una delle agenzie
dell’ONU:
Nei G8 vive il 14.3 % della popolazione mondiale e si ha il 67.2 del PIL mondiale (11.8% e 66.2% nei G7).
Si consuma la metà dei combustibili fossili ed oltre i ¾
dell’energia nucleare, si produce il 52% della CO2 (responsabile dell’effetto serra).
Il reddito medio dei G8 è circa 22 volte più alto di quello dei
paesi meno sviluppati ed i G8 detengono l’86.5 % del commercio
mondiale di armamenti (soprattutto i 4 con diritto di veto al
consiglio di sicurezza dell’ONU).
Infine con un impronta ecologica pro capite di 8.1 ettari produttivi (il resto del mondo è a 2) i G8 determinano il 41 % dell’impronta
ecologica degli uomini sul pianeta, quando la disponibilità di terra produttiva pro capite è di 2.2 ettari (per i dati
www.panda.org: living planet report 2000).
Da questi pochi dati si capisce subito come ci sia una forte relazione tra i G8 ed il sud del mondo: i G8 sono il loro più grosso problema!!
È evidente che senza una radicale inversione di rotta soprattutto da
parte di G8 e di chi li compone (consumatori, multinazionali, governi) non si può che perpetuare un apartheid socio ambientale tra nord e
sud del mondo che vede addirittura negare alle generazioni future il diritto ad un pianeta vivibile.
Sembrerebbe che queste siano anche le preoccupazioni dei meeting dei G8, ma i fatti li smentiscono clamorosamente.: appena un accordo tocca
la sfera economica non procede . Solo due anni fa a Colonia i G8 si erano impegnati a portare l’aiuto pubblico allo sviluppo allo 0.7
del PIL (non è stato fatto) e a cancellare il debito ai paesi più poveri (fatto solo per l’Uganda!), il monitoraggio degli impegni
internazionali in campo sociale (www.socialwatch.org) mostra come manchi la volontà di tradurre gli impegni in azioni concrete, Genova
sarà diversa? mi sembra che le premesse siano peggio del solito, ma speriamo di far sentire nel modo più fantasioso possibile ed in
tutt'Italia, che vogliamo si metta mano sul serio ad un cambiamento di rotta, cominciando a riportare questi temi negli ambiti che gli
competono ossia l'ONU e le conferenze internazionali.
Ugo Biggeri
Link sul commercio
equo delle Rete
Lilliput
Consulta anche:
www.unimondo.org/ Associazionismo,
informazioni , ONG Italiane
www.manitese.it Campagna acquisti
trasparenti, Tobin Tax, Lavoro minorile, Boycott! Informazioni sul
comportamento delle aziende, progetti di solidarietà
www.bancaetica.com Banca Etica
www.lomb.cgil.it/diritti_universali.htm Diritti universali
www.citinv.it/associazioni/CNMS Centro Nuovo Modello di Sviluppo
www.amnesty.it Amnesty International Italia
www.retelilliput.it Rete
di Lilliput per un’economia di giustizia
www.sbancalabanca.org
www.crocevia.org/cbm Campagna per la riforma della Banca Mondiale
www.peacelink.it/ Pacifismo ed associazioni
www.wwf.it Ambiente
+ Impronta ecologica
Consulta anche in inglese:
OIL: www.ilo.org
UNICEF: United Nations Children’s Fund: www.unicef.org
Clean Clothes campaign: www.cleanclothes.org
Iniziativa Europea per una produzione ed un consumo etico (IEPCE): www.iepce.org
UK Ethical Trade Initiative (ETI): www.ethicaltrade.org
Stop the Sweatshops!: www.stopthesweatshops.com
CEPAA: cepaa.org
Microcredito: www.microcreditsummit.org
Impronta ecologica:
www.rdprogress.org
Living Planet report www.Panda.org
Rapporto sviluppo mondiale della Banca Mondiale www.wolrdbank.org/wdr
Third world network (rete internazionale che difende gli interessi del
sud del mondo) www.twnside.org.sg
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